
“E noi che ne sappiamo?” Al MITAG la mostra sul colonialismo italiano
Inaugurata il 23 maggio al MITAG di Rovereto una nuova mostra realizzata per l’Anno dei Musei dell’Euregio 2025, dedicato ai temi della giustizia, dell’uguaglianza sociale e alle forme di resistenza. A partire dal titolo, “E noi cosa ne sappiamo?”, la mostra del MITAG ci pone davanti ad un interrogativo che invita a riflettere sulle modalità con cui sono state raccontate e si raccontano oggi le vicende coloniali italiane del periodo compreso tra la fine dell’Ottocento e la Seconda guerra mondiale.
Negli ultimi anni il Museo ha avviato una ricerca sulle proprie collezioni coloniali, in particolare sulle modalità di acquisizione e sulla provenienza dei beni coloniali, giunti in larga parte negli anni ‘20 del Novecento e destinati alle sale “Colonie” del Museo, inaugurate nel 1929 e poi chiuse alla fine degli anni Sessanta. L’indagine si è allargata anche anche a quanto è conservato in altri musei del territorio regionale, partecipando al dibattito internazionale sulla gestione del patrimonio coloniale già maturato in altri paesi.
I beni esposti in mostra provengono da collezioni museali trentine, altoatesine e lombarde, che testimoniano la presenza diffusa di queste narrazioni nei musei.
La mostra vuole stimolare una riflessione su come l’immaginario coloniale italiano sia stato costruito su stereotipi e letture romanticizzate, usati per legittimare il dominio e la violenza. Oggetti, immagini, documenti, strumenti di propaganda e beni personali sono presentati con il loro duplice significato: testimonianze che sono servite a costruire immaginario e propaganda coloniale, ma anche fonti necessarie per una conoscenza critica della storia coloniale italiana.
I materiali esposti sono stati selezionati infatti più per gli interrogativi che fanno emergere che per le risposte che possono dare, con l’intento di portare l’attenzione su rimozioni e pregiudizi che permangono ancora oggi.
Una scelta che i curatori della mostra, il direttore del MITAG Francesco Frizzera e i conservatori Anna Pisetti, Davide Zendri, Nicola Fontana, hanno condiviso con Laurin Kofler (Formbar, Merano) e Jacopo Coen, che hanno realizzato l’exhibit e il graphic design, e con gli artisti Martina Melilli e Attila Faravelli, che con l’installazione “Io ti vedo. Tu devi guardarmi” hanno arricchito la mostra di stimoli visivi e sensoriali, imponendo uno scarto interpretativo alla visita.
Il progetto ha preso le mosse grazie ad un bando di Fondazione Caritro che ha permesso di inventariare e digitalizzare circa 5.000 foto storiche dell’epoca coloniale, di proprietà del MITAG e della Fondazione Museo Storico del Trentino.
Con il bando promosso da Euregio per l’Anno dei Musei 2025 è stato possibile sviluppare il progetto con la realizzazione della mostra, di un programma di iniziative pubbliche a partire dall’estate e di un catalogo che sarà presentato a fine 2025.
Alla mostra hanno collaborato con prestiti la Fondazione Museo storico del Trentino, il MAG Museo Alto Garda, il Museo Nazionale Storico delle Truppe Alpine, il Museo dell’Aeronautica “Gianni Caproni”, il Palais Mamming Museum di Merano, il Museo delle Storie di Bergamo.
Il materiale d’archivio proviene dall’Archivio MITAG, dalla Fondazione Museo storico del Trentino, dal Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso, dalla Fototeca Storica Nazionale Ando Gilardi di Milano, dalla Biblioteca Civica “G. Tartarotti” di Rovereto, dalla Collezione Enrico Sturani. Molto altri musei regionali ed extra regionali hanno messo a disposizione le loro competenze ed aperto le porte dei loro depositi, per permettere la ricerca e la mappatura delle testimonianze materiali dell’esperienza coloniale nell’area.
Le attività di studio, catalogazione e mappatura dei beni coloniali conservati in regione, nell’ambito del progetto dell’Anno dei Musei Euregio 2025, ancora in corso, hanno visto la collaborazione di numerosi storici e consulenti: tra questi, Nicola Labanca, Camillo Zadra, Emaniele Ertola, Massimo Zaccaria, Gianpiero Lusini, Gloria Manenti, Ilaria Zorzan, Beatrice Falcucci, Gabriele Zorzetto, Sabrina Meneghini.
La mostra rimarrà aperta dal 24 maggio 2025 al 31 agosto 2026, dal martedì alla domenica con orario continuato 10-18. L’ingresso è compreso nel biglietto di ingresso al MITAG. Maggiori informazioni alla pagina della mostra.